A Pracatinat la prima esperienza piemontese di compostaggio "di prossimità"
Installato al Laboratorio didattico di Pracatinat (To) un compostatore per la gestione dei rifiuti organici prodotti dalla struttura. Nei primi 80 giorni di attività avviati al compostaggio più di 1300 kg. Ma l'impianto è sostenibile anche dal punto di vista economico?
Compostaggio "domestico", "collettivo" o "di prossimità". Sono diverse le alternative al conferimento in discarica dei rifiuti organici presentate nell'ambito del convegno conclusivo del progetto transfrontaliero italo-francese R2D2. Il progetto, centrato sulle buone pratiche per la "minimizzazione dei rifiuti", ha inevitabilmente studiato e applicato sistemi per abbattare la frazione organica presente nelle nostre pattumiere, che
ha un'incidenza tra il 30 e il 35% sul totale dei rifiuti prodotti.
Una delle esperienze più significative promosse nell'ambito del progetto R2D2 è stata presentata da Enrico Accotto della Regione Piemonte: l'uso di un compostatore elettromeccanico per la gestione del rifiuto organico presso il Laboratorio didattico sull'ambiente di Pracatinat. Il Consorzio, che gestisce la struttura che ha sede nel Comune di Fenestrelle, distribuisce circa 130 pasti al giorno, responsabili di circa 20 kg giornalieri di rifiuti organici. Dallo scorso 5 luglio questo quantitativo non viene più conferito in discarica ma trattato in loco grazie al compostatore. Un impianto che si colloca ad un livello intermedio tra il compostaggio domestico ed il compostaggio in un impianto industriale, che viene comunemente definito "di prossimità" trovando sede in un luogo limitrofo all'utenza (domestica o non domestica) che ha prodotto il rifiuto organico.
I risultati dei primi 80 giorni di attività dell'impianto di Pracatinat indicano un conferimento complessivo di 1327 kg a cui sono stati aggiunti 90 kg di pellet per facilitare l'avvio del processo di compostaggio.
Il compostatore di prossimità, essendo il primo del suo genere in tutto il Piemonte, è stato ed è costantemente monitorato, per trarre indicazioni utili sia sulle ricadute ambientali ma anche per raccogliere dati sulla sostenibilità economica del progetto.
Enrico Accotto nella sua relazione ha posto l'accento proprio su questo aspetto: il futuro del compostaggio di prossimità dipende, oltre che dai risultati attesi in termini di qualità del compost prodotto e dei costi del sistema, anche dai ritorni economici che questo sistema può consentire.
Spesso già oggi chi fa il compostaggio domestico usufruisce di riduzioni sulla tassa rifiuti del 5-10% ma introdurre lo stesso sconto alle strutture che decidono di fare compost in quantità maggiori, e quindi attraverso l'acquisto di macchinari come quello di Pracatinat, sarebbe poco incentivante.
Il costo annuo per la sola manutenzione e il funzionamento del sistema, nel caso di Pracatinat, si aggira infatti intorno ai 2000 euro, mentre la stima del costo evitato alla collettività intorno ai 900 euro (a cui però devono essere aggiunti valori non facilmente quantificabili relativi al minor impatto per la movimentazione e la gestione della discarica e per la riduzione del numero di passaggi per la raccolta del rifiuto indifferenziato).
Per una sostenibilità economica dell'impianto non basterebbe dunque che il Comune di Fenestrelle sottraesse quest'importo all'annuale tassa rifiuti ma occorrerebbe anche trovare una destinazione redditizia al fertilizzante prodotto. Ad oggi però, per poter vendere il proprio compost, occorre seguire una doppia procedura indicata dal decreto legge 75 del 2010: iscriversi come produttore di fertilizzante e registrare il proprio prodotto con nome e caratteristiche. Procedura macchinosa, che rischia di non far decollare questa buona pratica scoraggiando altre realtà a fare l'investimento.
Ma il "laboratorio" di Pracatinat cercherà di far scuola contribuendo anche ad una chiarificazione delle procedure, nell'interesse collettivo della riduzione dei rifiuti.
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