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venerdì 27 gennaio 2012

Più che salvare il pianeta, dobbiamo salvare Noi stessi.

"Quando, dove e come queste crisi si svilupperanno non ci è dato saperlo, ma le probabilità che si verifichino sono elevate e non c'è tempo da perdere.
Più che salvare il pianeta, dobbiamo salvare Noi stessi.
Quindi l' unica cosa intelligente da fare è preparare, in fretta, il proprio Piano B.
Il Piano A è la vostra vita di tutti i giorni. La sveglia suona, accendete la luce se è inverno, fate la doccia calda, fate colazione con prodotti ben sigillati in confezioni che mostrano i campi di grano e famiglie sorridenti, salite in auto, vi mettete in strada sfidando il traffico, accendete il computer in ufficio, andate a mensa e potete permettervi di lasciare la metà del cibo nel piatto sapendo che verrà buttato nei rifiuti, tornate a casa e pensate al fine settimana quando andrete a fare più o meno le stesse cose a qualche centinaio di chilometri da casa vostra, magari con un volo low-cost. In tutte queste operazioni l' acqua esce dai rubinetti, la corrente fluisce nei cavi,il gas sibila dal bruciatore, la benzina viene fuori dalle pompe, il caldo dai radiatori, il freddo dai condizionatori, le fognature portano via le sozzure, i camion portano via i rifiuti, altri camion portano cose da mangiare, altri camion portano molte cose utili e ancor più camion ne portano di inutili, i treni partono e arrivano, anche se in ritardo, gli aerei decollano e atterrano, gli ospedali, magari cosi cosi, ma vi curano, lo Stato più o meno vi tutela. a avete un piano b nel caso tutto ciò che oggi date per scontato non sia più cosi facilmente disponibile ?ovviamente NO.
Questa non è per niente una profezia di sventura, ma vuole essere una realistica presa di coscienza della fragilità del nostro sistema ambientale ed economico, cosi che una piccola parte del nostro cervello, elabori giorno per giorno pezzi di Piano B che potrebbero sempre tornare utili.
Se poi non ce ne sarà bisogno meglio cosi!
Invece diamo l' impressione di camminare come sonnambuli in un campo minato.

Quindi la ricetta per iniziare è :

  • Usare meno energia e ottenerla il più possibile da fonti rinnovabili.
  • Stabilizzare la popolazione terrestre e a lungo termine lasciarla diminuire verso quota 2 miliardi, un numero ritenuto sostenibile.
  • Riciclare tutto il riciclabile.
  • Viaggiare solo quando indispensabile.
  • Produrre e mangiare cibo locale: meno globalizzazione, più auto-produzione.
  • Minimizzare lusso e superfluo.
  • Eliminare gli sprechi ovunque.
  • Fondere carri armati portaerei e trasformarli in cose più utili. 
  • Ridurre l' orario di lavoro.
  • Utilizzare il più possibile il telelavoro e smaterializzare l' economia.
  • Ridefinire il concetto di benessere.
  • Riacquistare il contatto con il Pianeta Terra e la sua straordinaria bellezza naturale.
  • Non lasciare che sia l' economia a guidare la politica.
  • Affiancare agli economisti ecologi e filosofi.
  • Adottare una nuova moneta basata sul contenuto di energia e materia degli oggetti e dei servizi.
  • Abolire il PIL.
  • Almeno una parziale autosufficienza alimentare.
  • livelli accettabili di servizi sociali: sanità, istruzione, mobilità(soprattutto pubblica).
  • Scegliere come utilizzare risorse scarse e dare priorità alla garanzia di livelli essenziali di benessere.
  • Casa, acqua calda, e riscaldamento.
  • Ascoltare la scienza, incoraggiare la ricerca, favorire lo scambio di informazioni.
Scrivo queste pagine anche per interesse personale.
Infatti, se in futuro le cose non andranno più come oggi e ci saranno momenti di crisi profonda, quante più saranno le persone che avranno messo in atto il loro Piano B, tante più saranno le speranze di mantenere in vita una società civile, fatta di cooperazione e solidarietà.
Se invece il mutamento coglierà alla sprovvista ci sarà più spazio per la barbarie, e a poco servirebbe allora il mio orticello di fronte alle fauci affamate di orde accecate dalla fame: mi farebbero a pezzi in pochi minuti per stare al caldo con i miei pannelli solari e a pancia piena con la mia ghiotta dispensa."

Tratto dal libro, Prepariamoci di Luca Mercalli. 



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