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venerdì 28 giugno 2013

Campania. Raccolta differenziata non a norma, saltano i fondi

"Ma va ......Non avevamo dubbi!!!"
Il Comune di Napoli rischia di perdere 250 mila euro e la Campania più di 2 milioni: il Corepla, il consorzio per la raccolta e il riciclaggio della plastica, ha giudicato impura una parte dei materiali differenziati raccolti e non ha pagato i 258,59 euro a tonnellate previsti per retribuire la consegna. Un dato che non sorprende visto che complessivamente in Campania finisce in discarica o ai termovalorizzatori il 30 per cento dei materiali raccolti in maniera selezionata. Ma gli amministratori contestano le scelte del consorzio. Sostiene Daniele Fortini, amministratore delegato di Asìa (l’azienda di raccolta del Comune di Napoli) e presidente di Federambiente: «Il consorzio della plastica, a differenza di quelli che raccolgono il vetro, la carta, il cartone o l’alluminio, usa un criterio a nostro parere iniquo. I materiali vengono pagati sulla base della loro purezza: ma il Corepla non dà un centesimo se
ritiene che nel carico ci sia più del 18 per cento di impurità. Non paga niente, ma usa la plastica buona. Questo meccanismo è da rivedere». Mercoledì si è tenuta una riunione nazionale del coordinamento creato dall’associazione dei Comuni (Anci) e dal consorzio degli imballaggi (Conai) del quale è presidente il vicesindaco Tommaso Sodano: «Abbiamo chiesto al Corepla di rinviare l’applicazione di un sistema di calcolo che danneggerebbe quei comuni e quelle Regioni che in tutto il Paese puntano sulla differenziata. In sede di rinnovo del contratto Anci Conai bisognerà rivedere il meccanismo di calcolo». E l’assessore regionale all’Ambiente, Giovanni Romano, si rivolge direttamente ai cittadini e dice: «I dati confermano che la soluzione del problema non consiste nella sola corsa alle percentuali di differenziata a tutti i costi, ma occorre urgentemente migliorarne la qualità. La plastica che non riesce a essere riciclata finisce in discarica o nei termovalorizzatori. Bisogna migliorare la seleziona a monte considerando che sul multimateriale c’è uno scarto medio del 30 per cento. I migliori impianti di selezione sono i cittadini ai quali bisogna dare indicazioni chiare optando per sistemi di raccolta selettivi e domiciliari. Migliorare la raccolta consentirebbe, inoltre, di dare serie prospettive di dipendenti dei consorzi» Da Napoli sono arrivate al Corepla circa 7000 tonnellate di plastica e sono stati incassati nel 2012 un milione e mezzo perché il materiale è stato collocato tutto in prima fascia. Nel 2013, invece, è stato giudicato più impuro (il tasso si aggira intorno al venti per cento) e non sono arrivati, per il momento, 250 mila euro. In totale la Campania ha conferito 60 mila tonnellate: dovrebbero fruttare 12 milioni di euro, ma per effetto del blocco nelle casse delle amministrazioni arriveranno intorno ai dieci milioni. La plastica, risulta dal rapporto Ispra 2013, rappresenta il 3 per cento del materiale raccolto in maniera differenziata e conferito alle piattaforme, ma è quello meglio remunerato: 258 euro. In Italia (e la Campania non fa eccezione) il 40 per cento del materiale differenziato è rappresentato dalla cosiddetta frazione umida, il 13 dalla carta e dal cartone, l’8 dal vetro, il 7 dai metalli, il 6 dal legno, l’ 1 dall’alluminio . La Campania è la Regione che ha compiuto il balzo in avanti più significativo nello sviluppo della differenziata e ha raggiunto nel 2012 quasi il 42 per cento di rifiuti raccolti in maniera selezionata superando anche la Liguria e la Toscana. Il che paradossalmente ha provocato un nuovo problema: sono state infatti prodotte 400 mila tonnellate di frazione umida. Ma, mancando gli impianti di compostaggio, solo 36 mila sono state lavorate in regione, tutto il resto è stato trasferito fuori della Campania con un costo di 40 milioni di euro, 6 solo per Napoli.
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