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lunedì 28 febbraio 2011

Succhivo-viaggio nelle periferie dell’ isola d’ Ischia


Ischia, tra Ali Babà e Champagne ovvero l’ Oriente e
l’ Occidente

° Una comunità di 300 abitanti con la loro secolare identità – la nuova economia turistica al posto di quella contadina – il fascino della quiete e del panorama – l’ antica chiesetta – l’ ultima pittrice della colonia straniera -

di Giuseppe Mazzella

Con la collaborazione di Davide Iacono e Salvatore Riviello
Succhivo, 27 febbraio 2011

“ Dove cominciano, in fin dei conti, i diritti umani universali? Nei piccoli luoghi, vicino a casa, tanto vicino e tanto piccoli che non si possono vedere su una qualsiasi mappa del mondo….”.
Il tratto del discorso di Eleonora Roosevelt alla proclamazione dei diritti universali dell’ Uomo ( 1948) che abbiamo scelto come epigrafe del Movimento per il Comune Unico dell’ isola d’ Ischia - avviato con un Gruppo di Amici su Facebook e che ha già superato i 300 aderenti - costituisce il nostro viatico per un viaggio in quelle che chiamiamo le periferie dell’Isola d’ Ischia cioè i luoghi tanto vicino e tanto piccoli che vengono trascurati dall’ attenzione perfino dei media locali. Sono esclusi dal grande turismo di massa che preferisce i centri più attrezzati della costa – Ischia Città, Casamicciola, Lacco Ameno, Forio – con i grandi alberghi dalle quattro ed alle cinque stelle e con tutti i comfort post-moderni comprensivi di beauty center. Sono esclusi anche dalle infrastrutture civili pubbliche come i Musei e le Biblioteche e dalle strutture civili private come la Galleria d’ Arte o la Libreria e così riteniamo che i diritti civili non sono eguali in tutta l’ isola.


Se i Comuni dell’ isola sono sei – Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno,Forio, Barano e Serrara-Fontana ed anzi erano sette quando furono istituiti dalla dominazione francese nel 1806 con Testaccio, aggregato a Barano nel 1873,le “ località” o le “ frazioni” o semplicemente le “comunità” sono molto di più. Queste “ comunità” – di cui forse la più nota è Panza il cui “ casale” è già segnato nella carta geografia di Abramo Ortelio del 1590 – non hanno mai rinunciato alla loro individualità, al loro dialetto, ai loro usi e costumi, ai loro nomi e cognomi e perfino alle loro ataviche conflittualità con il vicino dell’ altra “ comunità”. Hanno tutte la loro chiesa ed il loro santo protettore e la festa patronale. Nell’ intera isola d’ Ischia che oggi conta 65 mila abitanti sparsi su un territorio di appena 46 Kmq si contano 75 chiese la gran parte costruite nei secoli XVII e XVIII secoli. Nel XVIII secolo c’ erano almeno 200 preti per una popolazione che era già di circa 16mila abitanti.

Queste “ comunità” sono diventate – dal punto di vista sociale ma anche economico – le periferie rispetto soprattutto alla Città d’ Ischia, il capoluogo dell’ isola, che concentra non solo tutti gli uffici più importanti – da quelli Sanitari a quelli Giudiziari - ma anche le scuole più importanti ed i centri culturali pubblici e privati come la Bibliotecala Galleria d’ Arte e la Libreria oltre ai più importanti luoghi ludici come le discoteche.
Quella che il prof. Edoardo Malagoli ( 1923-2001), il Grande Maestro dell’ impegno culturale e civile per almeno 2 generazioni di ischitani, chiamava “ la pressione storica dello sviluppo” ha realizzato una espansione squilibrata tanto che perfino quella che Waldimiro Frenkel, lo scrittore profugo russo che ha dato all’ isola una delle sue Guide più complete, chiamava nel 1934 la “ seconda capitale” cioè Forio, il più esteso Comune dell’ isola con i suoi 13 Km2 di superficie dalla ricchissima storia, non regge più il confronto in termini di infrastrutture e di strutture civili con la Città d’ Ischia, l’ unico fra i sei Comuni ad avere il titolo di “ Città”.

Pensiamo che sia utile un viaggio in queste periferie. Cercare di vedere e capire con l’ occhio ed il cervello di un visitatore come vivono queste “ comunità” e quale peso e confronto sentono con i vicini e con la Città capoluogo.
Il viaggio che iniziamo con Davide e Salvatore parte da Succhivo, la più piccola delle “ comunità” dell’ isola tanto piccola che al primo impatto non riesci ad individuarla quando vedi sulla strada provinciale che da Panza ti porta a S.Angelo la bella scritta in ceramica “ Benvenuti a Succhivo” e continui la tua corsa verso la più nota S.Angelo.

Ma Succhivo dov’è? Più avanti vedi due bar, uno di fronte all’ altro. Si chiamano “ Ali Babà” e “ Champagne” quasi per indicarti l’ Oriente e l’ Occidente che Succhivo vuole racchiudere.
“ Succhivo è una piccola comunità di circa 300 abitanti che amministrativamente si trova nel Comune di Serrara-Fontana. E’ una comunità molto antica e l’ origine del nome non è mai stata chiarita. Probabilmente significa “ sotto il clivo” della montagna”. Il caseggiato è posto ai lati della stradina mulattiera che da Panza portava e porta ancora fino a S.Angelo e che è stata interrotta con la costruzione della strada carreggiata provinciale, negli ‘ 50 del ‘ 900. Abbiamo 6 piccoli alberghi o pensioni ed una clientela di turisti affezionati che vogliono la quiete di cui circa l’ 80% straniera, tedeschi soprattutto,da aprile e fino ad ottobre. I nostri prezzi sono bassi.50 o 60 euro per l’ alta stagione in mezza pensione.” Ci dice Vincenzo Iacono, 63 anni, sposato da oltre 30 anni con una svizzera, Maria Teresa, e padre di due figlie, Angelica e Salomèe, che gestisce con la moglie e le figlie una piccola pensione dal magnifico panorama su S.Angelo.

“ Qui i nostri cognomi sono in maggioranza Iacono e Mattera e siamo tutti figli di padri contadini che traevano dalla terra il loro sostentamento. Avevamo i più bei aranceti e limoneti di tutta l’ isola protetti dalle nostre “ Cave” e ne abbiamo ancora qualcuno. Abbiamo la nostra chiesetta e perfino la Pro Loco che organizza nell’ ampio parcheggio sulla provinciale voluto negli anni ‘ 60 del ‘ 900 dal sindaco di Serrara-Fontana, Pietro Carlo Mattera, alcuni eventi estivi fra i quali una riuscita “ Festa a Tavola” in ottobre” ci spiega Vincenzo Iacono che ci accompagna nel nostro viaggio insieme al presidente della Pro Loco, Vincenzo Maltese, il solo “ Maltese” in una “ comunità” di “ Iacono, Mattera e Di Scala” .

La piccola chiesa che si trova sull’ antica stradina Panza-S.Angelo a pochi metri dalla strada provinciale carrabile è dedicata alla Madonna di Montevergine. Fu fondata nel 1684 da alcuni esponenti della famiglia Mattera. Nel XVIII secolo per alcuni anni fu custodita da un eremita. Sull’ altare c’è una tela della Madonna di Montevergine con i santi Michele e Antonio, molto venerata soprattutto per i pellegrinaggi provenienti dalle vicine contrade e che si effettuano l’ 8 settembre.
La chiesetta – retta dal parroco di S. Michele di Sant’ Angelo Don Vincenzo Fiorentino – ha anche una statua di San Vincenzo Ferreri, il santo di Serrara-Fontana ed ancor oggi il contadino di Serrara, contrada “ Calimera”, Giovanni Mattera di 88 anni “ scende” dalla sua montagna a Succhivo ogni domenica per assistere alla messa delle 11.15 per ringraziare San Vincenzo di una grazia per averlo salvato durante la seconda guerra mondiale. Se lo trovate vi racconta la sua storia.
“ Possiamo stimare la superficie di Succhivo in circa 2 kmq e l’ edificazione non è stata selvaggia perché c’ è ancora tanto verde” spiega ancora Vincenzo Iacono che si porta nella sua casa a circa100 metri dal livello del mare dove S.Angelo si prende per mano e ti incanta così come ti incantano i fichi d’ India che nascono spontaneamente nel caldo terreno dove le fumarole permettono alle abitazioni di poter essere utilizzate per il riscaldamento così pare un paesaggio d’ Oriente.

In questo paesaggio e fra questi anfratti ha costruito circa vent’ anni fa la sua casa la pittrice tedesca Ute Rendl, ultima esponente di una nutrita colonia di pittori svizzeri e tedeschi che negli anni ‘ 50 del ‘ 900 giunsero in questa parte meridionale dell’ isola per manifestare con la pittura le loro emozioni fra i quali Gilles e Barghaer.
Ute ha oggi 69 anni e vive con i suoi 4 cani e d’ inverno prepara le sue tele per venderle d’ estate a S.Angelo.
“ Fui affascinata dall’ incanto dei luoghi. Non pensavo di fermarmi per sempre ma il fascino di questo panorama, la quiete che mi circonda, rappresentano il posto ideale per stare con me stessa e dipingere” ci dice Ute mentre ci accoglie in questa stupenda giornata dell’ ultima domenica di febbraio in cui l’ isola d’ Ischia, che è un “ Continente”, come diceva l’ avv. Mario Buono ( 1905-1987), quasi vuole dare inizio alla lunga estate.
Davide scatta la sua ultima foto e dice: “ noi siamo privilegiati a vivere in quest’ isola che abbiamo il dovere di difendere anche con una nuova organizzazione civile”.

Giuseppe Mazzella

Dalla Villa Anna nel Palazzo Pitahecusa 1894 di Casamicciola Terme
28 febbraio 2011-02-28

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