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venerdì 5 febbraio 2010

Davide Iacono : Energia ? Vi spiego come guadagnarci





L’ esponente del "Movimento a 5 stelle a 360° sui temi legati all’ ambiente: Pubblicizzare un ‘ Isola senza bottiglie di plastica garantirebbe un ritorno d’ immagine enorme.


Ischia isola verde non solo a parole, ma anche nei fatti: è questa una delle prime, vere speranze del 2010. Dopo un anno pesante, segnato anche dal problema rifiuti, dall'abusivismo edilizio e da dissesti idrogeologici, la via della valorizzazione ambientale sembra dunque quella più naturale. Una via alternativa, una svolta ecologica fatta di energie rinnovabili e, nel nostro caso specifico, soprattutto di politiche volte a valorizzare il territorio e non a deturparlo.
Un po' di Copenaghen anche qui, perché il discorso energetico tocca, con tutte le differenze del caso, anche noi da vicino: il problema del Black-out estivo ha infatti reso evidente la fragilità della nostra dipendenza energetica dalla terraferma, che ci condiziona e che magari inquina anche i nostri mari.
Ma adesso ci attendono prospettive e soluzioni fino a qualche anno fa impensabili: “Renderci indipendenti e produttori noi stessi di energia rinnovabile è un passo importante, che avrebbe dei risvolti non solo ecologici ma anche economici”, afferma Davide Iacono, uno degli esponenti del “Movimento a 5 stelle, amici di Beppe Grillo”. “Con le energie rinnovabili ci può essere un vero e proprio guadagno: con un impianto fotovoltaico, dopo aver ammortizzato la spesa in sette anni, si può guadagnare, e bene, grazie al "conto energia", un meccanismo che ti incentiva a produrre proprio in vista di benefici futuri”.
Un sistema, questo, dall'impatto ambientale positivo e di facile impiego, “poco invasivo (a differenza dell'eolica) e che necessita di minore manutenzione rispetto al geotermico, che qui ad Ischia è utilizzato male perché quasi mai abbinato proprio al fotovoltaico, creando così un paradossale consumo eccessivo d'energia per produrne altra”. Sprechi come questi nascono ovviamente da una cattiva informazione, che sembra quasi rispecchiare certe prese di posizione nazionali, tra la cecità difronte ai possibili danni ambientali futuri e il sostegno al nucleare, “che ha bisogno di un periodo di progettazione e costruzione lunghissimo”.
Un vero e proprio sperpero di soldi, secondo Iacono, che considera così pure il metanodotto, arrivato anche qui da noi e “presentato con termini inappropriati come sostenibilità ambientale ed energia rinnovabile, quando invece sarebbe da ritenere pericoloso, invasivo e costoso”. Ma, aldilà delle considerazioni personali, quello che veramente conta è sensibilizzare l'isolano ad un maggior rispetto di sé e del territorio, magari mostrandogli gli effettivi guadagni ambientali ed economici (personali, turistici).
Per assolvere a questo scopo, le istituzioni devono farsi portabandiera di una possibile svolta che rafforzerebbe il turismo e l'immagine di Ischia, “perché la leggerezza dei piani alti nell'affrontare certe questioni si traduce poi in quella dei cittadini, con conseguenze deleterie come la passata crisi rifiuti, che ha denotato una mancanza totale (soprattutto locale, campana) d'interesse per il territorio.” A tal proposito, la differenziata può essere migliorata, rendendo il cittadino parte ancora più attiva del processo, “magari disincentivando (con opuscoli ecc.) l'acquisto di certi prodotti che sono più dannosi per l'ambiente. Pubblicizzare per esempio un'isola senza bottiglie di plastica colpirebbe molto il turista di turno.”
Tutto ciò gioverebbe all'immagine di Ischia, Iacono ne è certo, che proprio in questa ottica non dimentica il mare e considera “il golfo di Napoli ormai saturo, tra condotte (che se guaste rilasciano liquidi tossici) e scarichi”, concretizzazione, questi ultimi, dell'annosa mancanza di sistemi di depurazione efficienti.
Ischia che è infine anche luogo di abusi edilizi, punta dell'iceberg di un mancato o forse perverso amore per la propria terra, teatro soprattutto di anomalie assurde e meno di necessità. “Sono convinto che il 30% delle abitazioni siano chiuse 10 mesi l'anno: questo determina una mancata valorizzazione di un numero di case certamente sufficienti a soddisfare tutti gli isolani, quando in realtà molte coppie, che non possono comprare case a cifre folli, si ritrovano a dover scegliere tra l'illegalità e abbandonare la propria isola.”
E anche qui ci sarebbe bisogno di un esempio che parta dalle istituzioni, magari attraverso l'edilizia popolare. Perché le rivoluzioni partono anche dall'alto e probabilmente con una politica ambientale più accorta e pulita si potrebbero evitare le spese sostenute per riparare i gravi danni causati dalla mala gestione e dall'inquinamento.
Certo è strano, ma in quell'Italia considerata da Rifkin “l'Arabia Saudita dell'energia rinnovabile”, i passi da fare per arrivare al livello della Germania sono ancora tanti.
Ed è così anche per Ischia.