L'Ue condanna 117 comuni italiani per «maladepurazione»: ci sono anche Ischia e CapriNon è che siano folli e che non so spiegarlo!!!! paghiamo tra 10mila e 700mila euro al giorno di multa all UE per non depurazione( gia in vigore da meta 2012)............e dobbiamo attendere per qst "grandi opere"20 anni se va bene per averli spendendone 100 milioni e passa!!!!Poi ci chiediamo perche abbiamo la Tarsu/Tares piu alta d europa!!!! **Naturalmente bocciata l idea di regalarne uno a famiglia spendendo la meta e in poco adeguarci.
Immaginatene 3 sull isola!!!
Dalle bellissime isole di Ischia e Capri fino ad arrivare a Marsala e Cefalù. Ma non solo sud: anche Liguria e Friuli Venezia Giulia. Sono, infatti, 117 i comuni italiani condannati dall'Unione Europea per 'maladepurazione'. Per capire la gravità della situazione, basti pensare che
il 30% della popolazione italiana è ancora priva di sistemi di depurazione adeguati. «Se non si realizzeranno i depuratori che ci vengono richiesti non solo provochiamo un danno all'ambiente ma addirittura saremo costretti a spendere soldi per pagare le multe» commenta Mauro D'Ascenzi, vicepresidente di Federutility. E la multa che pesa sul Bel Paese è molto salata. Le sanzioni, infatti, prevedono: un minimo di 11.904 euro e un massimo di 714.240 euro per ogni giorno di ritardo nell'adeguamento a decorrere dalla pronuncia della sentenza avvenuta già a luglio 2012; una somma forfettaria, calcolata sulla base del Pil e che per l'Italia è pari ad un minimo di 9.902.000 euro e la possibile sospensione di finanziamenti europei, fino all'attuazione della sentenza. Purtroppo, però, il livello degli investimenti in Italia rimane tra i più bassi d'Europa: se nei paesi Ocse si investono 80 euro all'anno per abitante, l'Italia si ferma a 26. Dei 65 mld di investimenti programmati nel settore idrico, solo una piccola parte (circa il 10%) è coperta da finanziamenti pubblici; mentre il restante è finanziato da tariffe idriche tra le più basse in Europa. In Italia, infatti, ricorda D'Ascenzi, «abbiamo una tariffa intorno a 1, 2 centesimi mentre in Danimarca siamo a 6 euro, in Germania 5 euro e in Francia 4 euro. Ci sono margini dunque per poter fare degli investimenti» che ammontano a 5 miliardi di euro l'anno per 5 anni e «oggi, invece, ne stiamo producendo solo 1,2». Secondo D'Ascendi, dunque, «Le risorse vanno trovate con un'attenta politica tariffaria e riducendo gli sprechi. Stiamo perdendo importanti occasioni non solo perchè restituiamo alla natura acqua sporca ma anche perchè questi ritardi ci comporteranno possibili multe da parte della Comunità Europea».
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