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venerdì 22 marzo 2013

Giornata dell’acqua

Si festeggia oggi la Giornata Mondiale dell’Acqua. Istituita dalle Nazioni Unite nel 1993 ricorre ogni anno il 22 marzo e celebra l’importanza della risorsa come fondamentale per la sopravvivenza del pianeta e dei suoi abitanti ricordando che circa la metà della popolazione mondiale non ha accesso all’acqua potabile. Spesso infatti, ha dichiarato un avvocato dell’Onu, Catarina de Albuquerque, l’acqua nelle case o nei pozzi vicini alle abitazioni è contaminata, inquinata, e quindi dannosa. A dare una mano ad una situazione idrica compromessa i finanziamenti che l’Europa mette a disposizione delle opere idriche e igienico sanitarie soprattutto nei paesi in via di sviluppo, fornendo cifre che all’anno si
aggirano intorno al miliardo e mezzo di euro e dando così una mano alla lotta alla povertà. Riconosciuta diritto fondamentale dell’umanità nel 2010, l’acqua è sempre più spesso oggetto di transazioni economiche che mettono in pericolo la sopravvivenza dei più poveri. Per queste ragioni ad oggi l’accesso all’acqua e a servizi igienici è uno degli obiettivi di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite (MDG), che scadono nel 2015. Nonostante il lieve miglioramento delle disponibilità idriche ancora non ci sono condizioni favorevoli per la popolazione mondiale: circa 2,5 miliardi di persone non dispongono di servizi igienici, con elevato rischio di contaminazione con deiezioni umane delle falde acquatiche; una situazione che dal 1990 al 2010 è rimasta pressoché invariata soprattutto nell’Africa sub-sahariana e in Asia meridionale. Delle 800 milioni di persone che vivono in povertà idrica, il 40% si trovano in Africa sub-sahariana. “Ovviamente ci sono stati progressi, ma non vedo la Giornata Mondiale dell’Acqua è una giornata per festeggiare”, ha detto de Albuquerque a EurActiv. “E’ più una giornata che ci costringe a pensare molto di più a cosa è necessario fare.” IL RAPPORTO DI LEGAMBIENTE E L’ALTRECONOMIA E mentre una gran parte della popolazione mondiale soffre la carenza di acqua, nel mondo civilizzato lo spreco e l’elevato consumo di acqua in bottiglia in alcune aree del pianeta danneggia pesantemente l’ambiente. Lo denunciano Legambiente e Altreconomia che evidenziano un giro d’affari di “2,25 miliardi di euro che riguarda 168 società per 304 diverse marche commerciali; l’uso di oltre 6 miliardi di bottiglie di plastica prodotte utilizzando 456 mila tonnellate di petrolio, che determinano l’immissione in atmosfera di oltre 1,2 milioni di tonnellate di CO2: c’è un vero e proprio business dentro una bottiglia d’acqua”. Oltre all’inquinamento generato dalla produzione, imbottigliamento e trasporto d’acqua, a danneggiare la salute del pianeta il fatto che ad oggi in Italia solo un terzo delle bottiglie vendute venga avviato al riciclo. Una bottiglia di acqua prodotta nella zona delle Alpi, fa notare Legambiente, per arrivare in Puglia percorre circa 1000 km con consumi di carburante e emissioni inquinanti davvero impattanti. Un meccanismo che può essere facilmente invertito, con conseguenze positive per l’ambiente e per le tasche dei cittadini.
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