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giovedì 18 ottobre 2012

Agricoltura biologica, il trionfo del Sud e delle Isole

L’agricoltura biologica e gli allevamenti biologici sono il fiore all’occhiello delle produzioni agroalimentari del Mezzogiorno. Lo afferma oggi la CONFEURO in un comunicato, a commento dei dati sulla distribuzione delle aziende biologiche sul territorio nazionale diffusi dall’ISTAT. La maggioranza delle aziende biologiche (sia coltivazioni che allevamenti), secondo le cifre diffuse dall’istituto di ricerca, si trova proprio nelle regioni meridionali. Come spiega Rocco Tiso, presidente nazionale di Confeuro: I dati di oggi diffusi dall’ISTAT sul numero delle aziende biologiche presenti al Sud rappresentano un segnale di grande rilevanza per l’intero panorama agricolo del Mezzogiorno. L’istituto di ricerca rileva che al 24 ottobre 2010 il 62% delle aziende biologiche è attivo nel Sud e nelle isole; sono infatti 45.167 (il 2,8% del totale) le imprese che risultano adottare metodi di
produzione biologica per coltivazioni e allevamenti.
La maggioranza dei terreni agricoli al Sud è occupata da coltivazioni biologiche, sottolinea Tiso: A supporto di questi dati, estremamente positivi, si aggiunge anche il notevole utilizzo dei terreni agricoli meridionali a fini biologici, il 70,9% della superficie totale. È questa un’ulteriore conferma della salubrità e genuinità delle produzioni del Sud. L’agricoltura è uno dei settori che ha resistito meglio alla crisi e se consideriamo che è anche quella più colpita da aumento dei carburanti, volatilità dei prezzi delle materie prime agroalimentari e cambiamenti climatici non si trattato certo di una resistenza facile.
Così come il Meridione non è una sterile zavorra, tutt’altro: Il Mezzogiorno, spiega Tiso, spesso ritenuto un fardello per lo sviluppo del sistema Paese, è invece un territorio dalle numerose possibilità, ricco di varietà ed eccellenze agroalimentari e di competenze. Per questo è quanto mai necessario tramutare in fatti le molte parole spese con eccessiva retorica per rilanciare il Sud partendo proprio dall’agricoltura, settore che ha dimostrato di essere il più reattivo alla crisi, nonché un volano di crescita.
FONTE

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